La quantità di dati cresce globalmente a livello vertiginoso, tuttavia la natura di questi non è omogenea, essendovi molteplici variabili, modelli, fonti, formati.

Un problema significativo che emerge in questo contesto è quello dei dati destrutturati, quindi non organizzati in modo predefinito o standardizzato.

Questo fenomeno presenta sfide significative per la gestione, l’analisi e l’interpretazione delle informazioni.

È interessante esaminare il problema dei dati destrutturati, analizzando le sue cause, le implicazioni e alcune possibili soluzioni.

Cosa sono i dati destrutturati e quali problemi comportano?

Il dato destrutturato si riferisce a informazioni non organizzate secondo uno schema o una struttura predefinita. Questo può includere testo libero, immagini non etichettate, dati audio e altro ancora.

Mentre i dati strutturati, come quelli presenti nei database relazionali, sono organizzati in colonne e righe facilmente interpretabili, i dati destrutturati mancano di questa organizzazione standardizzata.

Le cause del problema sono molteplici e possono derivare da diverse fonti:

  • Archivi storici: nel corso del tempo molti documenti sono stati archiviati in modalità che oggi risultano obsolete e quindi difficili da consultare.
  • Generazione spontanea: i dati destrutturati possono essere generati spontaneamente da utenti o sistemi senza seguire uno standard specifico. Ad esempio, le note di testo e documenti scannerizzati sono spesso informazioni destrutturate.
  • Sistemi legacy: in molte organizzazioni, i dati possono essere generati da sistemi legacy che non seguono gli standard moderni di organizzazione dei dati.
  • Sensori e dispositivi IoT: dispositivi come sensori IoT possono generare dati in formati non strutturati, creando sfide nell’integrazione con sistemi più tradizionali.

Il problema dei dati destrutturati ha implicazioni negative per le aziende, organizzazioni pubbliche e soprattutto per gli esperti di dati. In particolare, sono tre i problemi principali:

  1. Difficoltà nell’analisi: l’assenza di una struttura predefinita rende difficile l’analisi dei dati destrutturati, limitando la capacità di ottenere insights significativi.
  2. Rischio di perdita di informazioni: senza una struttura chiara, i dati possono contenere informazioni importanti che rischiano di andare perse o non essere correttamente interpretate.
  3. Complessità nell’integrazione: integrare dati destrutturati con sistemi meccanici può essere un compito complesso, richiedendo sforzi significativi per normalizzare e strutturare queste informazioni.

Soluzioni innovative con l’AI

Affrontare il problema dei dati destrutturati richiede l’adozione di soluzioni tecnologiche avanzate, come l’apprendimento automatico (ML) e l’intelligenza artificiale (AI) che sono strumenti fondamentali per estrarre significato dalle informazioni non strutturate.

L’IA può essere addestrata per riconoscere modelli e relazioni nelle informazioni, consentendo una migliore comprensione del contesto e una maggiore precisione nelle analisi. Ad esempio, algoritmi di elaborazione del linguaggio naturale (NLP) possono essere utilizzati per effettuare ricerche partendo da testi liberi, mentre reti neurali possono analizzare immagini o audio non etichettati.

Il problema dei dati destrutturati è una sfida sempre più rilevante nell’ambito della gestione dei dati. Affrontare questa problematica con strumenti tecnologicamente avanzati e performanti è il nostro obiettivo.

In Drive2Data sviluppiamo soluzioni che grazie alle Computer Vision permettono di effettuare indagini, ricerche e operazioni su archivi analogici ed estrarre informazioni da una moltitudine di documenti eterogenei.

 

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